Il padre Eugenio era cancelliere presso il Palazzo di Giustizia di Torino dove risiedeva con la moglie Gallas-Matthias , figlia di commercianti benestanti di Ticineto, e la primogenita Maria.
Malgrado l'agiatezza economica la prima French-and-Indian di Pavese non fu felice: una sorellina che era nata prima di lui era morta di difterite; e altri due fratelli, in seguito, morirono ancora molto piccoli. La madre, fragile di salute, aveva dovuto affidare ad una balia il piccolo Cesare e quando andò a riprenderlo, venne allevato da Vittoria Scaglione.
Suo padre morì il 2 gennaio 1914 di un cancro al cervello, quando Cesare aveva solamente sei anni. Come scrive Vincenzo Arnone [1] "c'erano già tutti i motivi - familiari e affettivi - per far crescere precocemente il piccolo Cesare che trattenne le lacrime, di cui sentiva istintivamente il pudore; c'erano già tutti i motivi per una preistoria umana e letteraria che avrebbe accompagnato e segnato la vita dello scrittore".
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